martedì 8 marzo 2011

Intervista a ALBERTO FERRARI (VERDENA)!

Il 14 febbraio il nostro amico Il Cristo Fluorescente (se volete conoscerlo meglio, andate qui) ha intervistato per conto di Fusoradio e de Gli IndiePatici Alberto Ferrari, leader dei Verdena.
Si è parlato della gestazione di WOW, disco doppio di 27 brani, uscito il 18 gennaio per la Universal; ma anche della carriera dei Verdena fin qui, del loro stare sempre a cavallo tra il mainstream e l'alternativo, della capacità di rinnovarsi, del tour che li vedrà impegnati da qui in avanti...

di questa intervista naturalmente esiste un file audio: lo trovate a questo link. Di seguito invece la trascrizione:

1) Una pausa durata tre anni. Che cosa è cambiato nella musica e nel modo di vivere il gruppo, considerando novità personali come l’essere diventato padre.
Si continua sulla nostra strada, tendiamo a far sempre dei dischi con una propria direzione. Cerchiamo di uscire dalla routine musicale facendo dischi diversi. Non saprei spiegare come far entrare queste forze naturali che hai citato, mi hanno colpito ma non saprei spiegare dove e come.
Anche il pianoforte ha influito sul cambiamento di atmosfere in fase creativa, i cori e il sintetizzatore (mai usato prima). Ci sono stati parecchi cambiamenti nella mia vita, come ad esempio gli ascolti musicali

2) Gli anni ’70 rientrano in quello che hai appena detto (penso alla copertina dell'album e ad alcuni passaggi nei brani)?
Ascolto, e ascoltiamo, musica dagli anni ’50 in poi. Ci piacciono tutte le epoche tranne forse questo decennio, fatto di poca roba interessante. Però mi piacciono i Grizzly Bear.

3) E’ un disco magniloquente. Una grande quantità di materiale, 27 canzoni in un tempo in cui invece si tende a produrre molto meno.
In realtà, li vedo come due dischi corti. Uno da 40 minuti e l’altro da 42. E’ un disco molto studiato e ragionato in tutti i sensi. (e rispetto a Requiem? a me sembrano molto speculari, come se i passaggi più intimistici del primo siano stati espansi in WOW) E' probabile, anche se io li vedo come due dischi molto simili, seppure diversissimi nella sensibilità. Di sicuro sono i nostri due dischi migliori. Da "Il suicidio del Samurai" siamo diventati un altro gruppo. Viviamo la musica in modo migliore, cercando sempre di scoprire nuovi paesaggi. Anche tra noi, musicalmente siamo sempre stati molto uniti, si litiga solo per motivi stupidissimi.

4) Se il Paese è Reale, mi viene da pensare che i Verdena siano irreali. Una vostra caratteristica singolare è l’essere riusciti a rimanere in bilico accontentando le major e l’underground. Ti cito l’episodio di Top Of The Pops (potete vederlo a questo link, ndr)...
Ovunque ci chiamano noi andiamo, l’importante è divulgare la propria musica. Grazie alla major abbiamo un sacco di contatti. (e proverete a portare la vostra musica anche fuori dall'Italia?) Assolutamente sì.

5) Il vostro ritiro è durato tre anni e per questo vi si vede come una band silenziosa. Anche in termini di esposizione "politica". Ti riconosci personalmente in questo?
Per me è molto difficile stare davanti alle telecamere, fare le interviste anche se poi alla fine non è così difficile, in realtà. Abbiamo le nostre idee politiche, ma non crediamo abbia a che fare con la musica. 

6) Da quando avete iniziato avete visto sorgere tutta la stagione di internet e dei social network, di un mercato che si è andato saturando e band che vi si trovano immerse, quasi a perdersi. Pensi che una band che non sappia fare pubbliche relazioni possa essere svantaggiata?
Forse la gente vuole solo sentire il talento e l’originalità. Fare e sentire qualcosa di nuovo è la rivoluzione che tutti vorrebbero. Credo che questa sia la tattica per uscire da questo momento. Anche se non sono molto esperto in materia. (pensavo al verso di "Attonito" in cui citi Facebook) In quel caso era un espediente testuale...credo che sarebbe bello poter incidere sul mondo, ma se oggi viviamo questo dobbiamo prenderlo com'è. Per quello che riguarda la musica, credo nell'originalità. Mi chiedo spesso come mai si parli di noi in questi termini, come se non fossero tutti così i gruppi. Forse dipende anche dall'avere alle spalle una major.

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