mercoledì 20 luglio 2011

Esclusiva: la vera storia dei TO YOU MOM

I To You Mom sono apparsi improvvisamente sul web - del come mi ci sia imbattuto vi dirò poi.
E dal momento in cui ho finito di ascoltare per la prima volta la loro Out of control ho iniziato a cercare informazioni: nomi, luoghi, storie. E' così iniziata una fitta corrispondenza, di cui sono stato a lungo geloso. Siccome però la voglia di condividere le nuove scoperte è un tarlo che rode da dentro, non ho resistito. Oggi vi racconterò di loro.

I To You Mom sono 3: Marco (sampler + mezza batteria), Luca (voce) e Max (chitarra + sampler). E questa è la storia di come siano arrivati fino a questo blog.

Marco e Luca si conoscono lo scorso Primo Maggio, a Verona. All'Arena di Verona. A dirla tutta: al concerto di Biagio Antonacci, all'Arena di Verona. (E qui mi rivolgo ai lettori maschi: su, non fate gli schifati. Tanto lo so che anche voi prima o poi vi siete trovati ad accompagnare la vostra ragazza a un concerto di un cantante improponibile. E l'avete anche abbracciata - da dietro - durante "la vostra canzone".) Qui siamo buoni e tolleranti, vi capiamo, vi comprendiamo, davvero. E abbiamo compreso anche Marco e Luca.
Che poi si sono conosciuti perché erano gli unici due che fino a 3 minuti prima dell'inizio del concerto avessero indosso delle cuffiette. Impossibile per Luca non avvicinarsi a Marco e chiedergli cosa stesse ascoltando: Animal Collective! Cazzo ce l'ho nell'ipod anch'io! Ma che ci fai qui? No, che ci fai TU qui?!? Sguardo silenzioso, prima dell'uno poi dell'altro, ad indicare le cause.

Dopo una settimana si sono ritrovati in una sala prove.
Dopo due settimane avevano la base di chitarra.
Il primo giugno avevano deciso di formare una band e avevano contattato Max. Il 20 giugno avevano in mano un cd con un solo pezzo dentro: Out of Control.

Ecco, adesso non resta che dirvi come siamo arrivati qui, oggi.
Beh, non ci crederete (come se finora non fosse stato tutto abbastanza assurdo). Il 24 giugno Marco parte per lavoro, deve venire a Roma. Il 25 lavora mezza giornata, alla sera fa caldo, è sabato e ha voglia di fare una camminata. Si incammina verso Trastevere, ma poi si accorge che sulle sponde del Tevere c'è musica, stand, casino. Decide di fare un giro, sfidando la puzza e il rischio aggressioni da parte delle famigerate pantegane che abitano il fiume e che mal sopportano la fiera estiva.
A un certo punto la sua attenzione viene rapita da un signore che a malapena riesce a stare seduto nella sua poltroncina di plastica bianca. Si avvicina chiedendosi se non lo abbiano dovuto calare con una gru, o se piuttosto non gli abbiano costruito la sedia intorno, su misura. Non ha ancora trovato una risposta quando si accorge che si tratta di Vincenzo Mollica, lo stimatissimo e tagliente critico musicalcinematografico di mamma Rai. Si trova lì per intervistare Nicola Piovani e parlare con lui della colonna sonora de La Vita è Bella: ci saranno almeno 4 persone ad ascoltarli.

Marco riesce a farsi largo tra la folla, si avvicina al Maestro Mollica e gli infila il famoso cd nella tasca della giacca, proprio sotto alla bistecca di cinghiale che il nostro eroe reca sempre seco (per gli improvvisi attacchi di fame, sapete). Non riesce a fare altro che urlargli "TO YOU MOM" mentre quello si allontana, evitare gli sguardi imbarazzati dei turisti americani rimasti un po' turbati dalla scena (un banale fraintendimento, ora possiamo dirlo con certezza) e vedere sparire anche le ombre delle colossali guardie private della sua unica speranza di diventare famoso.

Soltanto una settimana dopo, in preda ad uno dei suoi celebri vuoti di memoria mentre si trova a Caserta per la premiazione di Fabrizio Corona (votato migliore attore esordiente dell'anno dai telespettatori di TvLuna), Vincenzo Mollica perde l'orientamento e si ritrova seduto al bancone di un bar di Viale Lyncon.
Alle tre di notte esce, visibilmente ubriaco. Piove che Dio la manda. Traballa, scivola, inciampa,cade. Si siede per riprendere fiato e bestemmiare un po', solo un po'.
Passa di lì un ragazzo che lo riconosce, gli stringe la mano con vigore e lo riempie di complimenti che gli sciacquano nella testa, rintronandolo ancora di più. Mette la mano in tasca per estrarre la bistecca e colpirlo, per sbaglio prende il cd dei To You Mom (che non si era mai accorto di avere), lo tira fuori e quando è il momento di usarlo contro il petulante fan si rende conto che si trova davanti un hipster del cazzo. E così decide su due piedi: inutile picchiarlo, non migliorerebbe la sua situazione. Come gli hanno insegnato alla scuola di autodifesa dai fan: se incontri un hipster, sussurragli dolcemente il nome di un gruppo indiesurf&roll che abbia al massimo 100 fan su facebook: vedrai che correrà a casa in preda a un attacco hipsterico. Gli allunga il cd - facendo appena in tempo a leggere con la coda dell'occhio i caratteri vergati sul disco con l'Uniposca rosso di Marco - e gli dice con la sua voce suadente: "To You Mom: devi ascoltare i To You Mom".

Di tutti gli hipster del cazzo, proprio in Gianluigi di Dance Like Shaquille O'Neal si era andato ad imbattere! (la storia è documentata, anche se solo dal punto di vista di Gianluigi: leggete qui se non credete)
Inutile dirvi che appena tornato a casa, costui abbia messo su il cd. Dopo 3 minuti gongolava di fronte allo schermo del pc, su cui campeggiava il nuovo post sul suo bel blog. A cui mi sarei collegato, ben 30 secondi più tardi.

Beh, ora sapete come i TO YOU MOM siano arrivati fin qui.
Di Vincenzo Mollica invece non so dirvi come sia riuscito a tornare a casa. Nessuno sa come faccia, ma se la cava sempre, anche con le recensioni. Se la cava da 30 anni, lui.

Ah, se siete arrivati fin qui, vi siete meritati (anche qualcosa di più del) lo streaming di Out of Control:



P.S.
Per ora della band sappiamo solo che questa è la loro pagina fan su Facebook.
Qui invece potete gustarvi il video della canzone.

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