giovedì 30 giugno 2011

Spin Off n. 6: Casa del Mirto

Siamo arrivati alla sesta puntata di Spin Off, le interviste che nascono in trasmissione e continuano dopo, perché ci sono artisti italiani che ci piace continuare a seguire, di cui ci piace raccontarvi di più.


Ospite del sesto episodio (gli altri li trovate raccolti a questo link) è una band da esportazione: la Casa del Mirto. Li abbiamo scoperti attraverso una recensione del loro splendido, ultimo LP - 1979 (un doppio, il cui "lato B" è composto dai remix curati da artisti interessantissimi tra cui una nostra vecchia conoscenza) - proposta in una delle prime puntate de Gli IndiePatici dal nostro amico Enver, che già ne aveva parlato ampiamente su Italian Embassy. E in questi ultimi mesi Marco Ricci e i suoi sodali (tra cui Luigi Segnana, che ha risposto alle nostre domande durante la 36esima puntata) stanno raccogliendo consensi dalla critica e soprattutto dal pubblico.

Autori di una chillwave con influenze 80s e un'attitudine a suonare che li caratterizza come live band, piuttosto che come producers, oltre al già citato 1979 (+remix) questi ragazzi hanno rilasciato nell'arco di poco più di 12 mesi una serie di EP e singoli in download digitale gratuito (tra cui  segnaliamo The Eternal e Poison) e la bellissima Just Promise, con il featuring di Freddy Rupert (dei Former Ghosts).

[segue l'intervista in due parti]



(HOLIDAYS ARE OVERRATED SI SCARICA GRATIS A QUESTO LINK)

Indiepatici: Ciao Luigi! Benvenuto! Per cominciare, ci piacerebbe sapere come sia nato il progetto Casa del Mirto e il tuo incontro con Marco… 
Casa del Mirto: Casa del Mirto è nata parecchi anni fa, tra il 2005 e il 2006 come one man band di Marco, per l'esattezza era un progetto dance. I primi due dischi, Supertrendycoolfashion e Numero uno, hanno avuto buoni riscontri di critica e classifica. Ci siamo incontrati  qui in Trentino nel 2010, attraverso altri progetti musicali: ho iniziato a suonare il basso e negli ultimi lavori sono stato anche co-produttore

In questi ultimi anni è cambiato anche il suono della Casa del Mirto: la tua presenza ha influenzato il percorso musicale o è stata una scelta deliberata?
Premesso che il compositore di tutti i brani è Marco, direi piuttosto che è stata un'esigenza, il bisogno di esprimere sensazioni diverse. Resta la voglia di far ballare ma con un approccio umorale diverso, più crepuscolare, malinconico.

Pubblicate i vostri lavori per la Mashhh!, cosa ci vuoi dire di questa etichetta?
Che è nata da me e Marco, ancor prima di registrare i lavori come Casa del Mirto. Abbiamo deciso di produrre anche altri artisti, e cerchiamo collaborazioni anche all'estero, ci piace lavorare con altre realtà.


Ci vuoi raccontare l'incontro con Freddy Rupert?
Sì: eravamo entrambi appassionati dei Former Ghosts, ascoltavamo spesso i vinili del gruppo. Abbiamo deciso di mandargli delle basi per un paio di pezzi, cercando di capire se avessimo potuto lavorare insieme. Era casualmente in tour in Europa, ha risposto affermativamente e ci siamo incontrati e ci siamo chiusi in una baita per 3 giorni. Abbiamo registrato due pezzi, di uno dei due abbiamo realizzato un video che attualmente si trova in rete e che è stato ben accolto.

La voce nei brani è un tratto caratterizzante: chi è che canta e che tecniche usate?
La voce di solito è di Marco, sia in The Eternal che in 1979 ha cantato tutti i brani. Usiamo tecniche di registrazione vocale in cui i suoni molto saturi ed effettati, sembrano provenire da molto distante. Con i lavori nuovi invece cerchiamo di collaborare anche con altri per dare più respiro ed eterogeneità.


Il secondo cd di 1979, fatto solo di remix, ha visto la collaborazione di alcuni dei più interessanti producers indipendenti...
Sembra quasi di avere due visioni di uno stesso disco: la nostra e quella degli altri produttori, che peraltro sono originari di paesi diversi. Volevamo ampliare la stessa visione della nostra musica e poter confrontarci con artisti come Populous o Death in Plains.


Un'ultima domanda te la vorrei fare sul Mi Ami di poche settimane fa...è stato molto apprezzato il vostro live, ci racconti cos'avesse di particolare il set? 
Il nostro live set è una specie di remix in salsa indie-rock delle nostre produzioni: sulla base sommiamo la chitarra di Mirko Marconi, quasi acida; io aggiungo un basso differente da quello del disco; e la miscela a quanto pare è molto apprezzata, sicuramente sorprendente. Rispetto al Mi Ami il riscontro ha sorpreso anche noi, eravamo previsti in prima serata e causa maltempo ci siamo esibiti alle 11, ma non ci aspettavamo quella risposta. La gente aveva davvero voglia di ballare e di ascoltarci. 
_ SPIN OFF _ (interviste fuori onda _ in questo caso ha risposto Marco)

Abbiamo parlato del vostro live set e del successo del Mi Ami, viene da sé chiedervi se secondo voi nel nostro Paese ci sia spazio per una "club music" che non debba fare i conti con le discoteche. E se sì, pensate sia sottovalutata o guardata con diffidenza?
Fino ad ora abbiamo suonato in locali che ospitano gruppi rock e poca elettronica. Ancora non ci è capitato di suonare in una discoteca. I nostri brani, quando li suoniamo dal vivo, hanno un'altra veste, quasi shoegaze. Penso che, per quanto riguarda Casa del Mirto, il contesto palco/birra possa funzionare quanto quello discoteca/cocktail. Anzi, forse per come ci proponiamo dal vivo, in discoteca potrebbe anche andarci male! C'è molta apertura mentale nei locali e nelle città in cui suoniamo, ormai la gente (a parte alcuni musicisti) non si interessa più di cosa suoni e di come lo suoni, vuole solo divertirsi e ascoltare buona musica. Penso quindi che gli spazi ci siano e che stanno crescendo.

C'è qualche strumento particolare che state studiando in questo momento, una soluzione nuova per i prossimi lavori?
Per noi lo strumento non è solo quello musicale, può essere anche un registratore a cassetta. Nel nuovo disco abbiamo inserito il flauto traverso, molti strumenti ritmici di cui non sappiamo nemmeno il nome e molti strumenti utili alla post produzione. Spesso passiamo le voci su un multitraccia a cassetta per poi riportarle nel computer, altre volte registriamo con un microfono l'intera base che esce dai monitor per poi sovrapporla a quella originale. In studio non si fa altro che sperimentare e le novità ci intrigano! Gli strumenti che ci piacerebbe saper suonicchiare sono quelli impossibili, ovvero quelli che vengono studiati al conservatorio.

Per concludere, due nomi: l'artista a cui vi piacerebbe far remixare un vostro brano e quello di cui vi piacerebbe farne uno?
Daft Punk / Daft Punk.



e per concludere, una serie di link utili:
1) il bandcamp di Casa del Mirto;
2) la pagina Myspace;
3) la pagina Facebook;
4) la pagina Facebook della Mashhh records;
5) un bellissimo speciale di Dance Like Shaquille O'Neal;
6) la recensione degli amici di Breakfast Jumpers.

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