Siamo arrivati alla quarta puntata di Spin Off, le interviste che nascono in trasmissione e continuano dopo, perché ci sono artisti italiani che ci piace continuare a seguire, di cui ci piace raccontarvi di più.
Questa volta ci occuperemo di Death in Plains: una one man band, se in questi termini ci si può riferire ad un progetto di musica "indietronica" (lui la definisce mistaken pop). Lui è Enrico Boccioletti, ha alle spalle un'esperienza con i Damien, viene da Pesaro (fucina di talenti, almeno in questi ultimi anni) e ci ha davvero colpito. Nel 2009 ha pubblicato il primo EP, Over and Above, a cui ha fatto seguito nel 2010 il Mustard Polo EP, entrambi per la Disc Error Recordings, etichetta con base a Londra. E gli inglesi lo hanno notato anche al di là della produzione: lo scorso agosto ha infatti suonato all'Offset Festival, che si tiene appena fuori Londra.
Indiepatici: per rompere il ghiaccio, ci devi togliere una curiosità. E' vero che il nome viene da un videogame?
Death in Plains: sì, è vero, Donut Plains è il primo livello di Super Mario World, il primo episodio uscito per il Nintendo, mi sembrava divertente il fatto che Death in Donut Plains fosse l'espressione usata quando il protagonista muore al primo livello. Ho semplicemente tolto il "donut" perché mi aveva stufato.
Tornando seri...tu vieni da un altro progetto, i Damien. Volevi esplorare altre sonorità o cosa?
Praticamente è nato come un passatempo, in camera mia. Volevo provare delle cose, al tempo mi piaceva molto la scena tedesca della Morr Music, e allora ho provato a sperimentare con pc, campionamenti e chitarre. E' andata sicuramente oltre quello che pensavo.
Tu sei di Pesaro, una città da cui ultimamente stanno uscendo diversi musicisti...cosa è successo di particolare?
In realtà ci scherziamo spesso tra noi...secondo me Pesaro è una fucina, sarà per la vicinanza alla zona emiliano-romagnola che per la scena indipendente è molto importante e dà molte possibilità, sarà anche che in città ci si annoia e non ci sono punti di riferimento né un locale dove andare a sentire concerti, e potrebbe funzionare come stimolo per la creatività.
Sappiamo che ti piace fare video ed essere presente a trecentosessanta gradi nel tuo progetto. Hai mai pensato di girare video anche per altri?
In realtà qualche volta è già capitato, la scorsa estate ho fatto un video del brano I Lost Time degli A Classic Education (questo), ed è stata un'esperienza molto stimolante, e poi un altro per dei ragazzi inglesi che si chiamano Demontré (questo)...ma sono state esperienze estemporanee...
Un'ultima curiosità: abbiamo capito che all'estero la tua musica funziona; ora ci chiedevamo se nel momento della creazione tu ti confrontassi con gli artisti italiani oppure guardassi ad una prospettiva più ampia, se ti sentissi parte di una scena "europea"...
Ovviamente mi sento italiano, non sento di prescindere da questo, dalle nostre abitudini...non faccio riferimento a una scena piuttosto che ad un'altra, già con i Damien ero abituato a scrivere in inglese, ma questo perché i miei gusti mi spingono a guardare fuori dai confini...nell'ambito italiano mi piacciono cose più vecchie, che so Patty Pravo, Luigi Tenco...
_ SPIN OFF _ (interviste fuori onda)
Nei tuoi ultimi live ti stai facendo accompagnare da altri musicisti? e in futuro credi che il progetto possa svilupparsi sotto forma di band?
Veramente no, faccio tutto da solo. è sempre in cambiamento, un live-non live, una performance, ma non un live prettamente elettronico. come la musica che faccio che è strettamente legata al digitale come approccio e concezione, ma che non suona deliberatamente "elettronica". non escludo nulla per il futuro, tant'è che ho iniziato i live come DIP in duo, con Damiano (dei Damien) al basso!
Che tipo di tecnologia hai usato finora? e al momento stai studiando nuove soluzioni o affinando qualche tecnica?
Ho usato/sto usando varie cose, Ableton live, altri software open source, un campionatore Roland SP-404, un rudimentale multitraccia Yamaha, Nintendo DS, iPhone, chitarra, pedalini per chitarra, boh vari synth Akai e Yamaha che compravo e vendevo successivamente per comprarmene uno diverso...(ride, ndr) Ora sto studiando Max/MSP e Processing, senza diventarne feticista a tutti i costi, ma possono aprire vie veramente straordinarie.
E che rapporto hai con l'analogico? (visto che sembra essere un progetto nato in forma digitale)
L'analogico è sempre il punto di partenza, non se ne può prescindere. Il mondo è "analogico", è chiaroscurato, è una tonalità di grigi, è "fuzzy". Il digitale è una maniera, secondo me intelligente se adattata con pertinenza, di interfacciarsi con esso. Va tenuto ben presente però che il suono, il video, i sensi, il mondo, non sono costituiti da zeri e uno, ma infiniti livelli di complessità. Questo è il presupposto fondamentale per un uso nuovo, consapevole, del digitale. A me interessa questo.
Molti tuoi lavori sono scaricabili gratuitamente dal tuo bandcamp, e non possiamo che gradire questa scelta. Hai fatto anche delle riflessioni sul sistema delle licenze e del diritto d'autore?
Il diritto d'autore è importante, quando consiste nella giusta attribuzione di un'idea, di un progetto, di una pregevole attività artistica. Diventa assurdo e quasi surreale però quando di parla di diritti ridicoli sul campionamento, oscurantismo assoluto di tante fonti, associazioni pachiderma che invece di tutelare il minimo interesse di quelli cui si dichiarano portavoce, non fanno altro che creare confusione e ostacoli, disincentivando qualsiasi flessibilità e innovazione.
e per concludere, una serie di link utili:
1) il bandcamp di Death in Plains, su cui trovate una serie di demo, provini, e brani inediti scaricabili gratuitamente;
2) il suo sito ufficiale;
3) il suo myspace;
4) la sua pagina facebook;
3) il sito della Disc Error Recordings.
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