Siamo arrivati alla quinta puntata di Spin Off, le interviste che nascono in trasmissione e continuano dopo, perché ci sono artisti italiani che ci piace continuare a seguire, di cui ci piace raccontarvi di più.
Ospite di questo quinto episodio (gli altri li trovate raccolti a questo link) è un cervello in fuga: Mauro Remiddi, meglio noto come Porcelain Raft. Attualmente risiede a New York, dopo essere stato accolto da Londra e dalla scena indie inglese ed essere diventato amico e sodale degli Yuck, una delle band di spicco della nuova nidiata di musicisti indie-dreamy-pop.
Mauro è un po’ allergico alla produzione e distribuzione musicale “classica”, se è vero che nel suo Bandcamp trovate raccolte estemporanee, demo in free download e parecchi esercizi del suo gusto raffinato. Così come è espressione di questa vena artistica il suo canale di video, tutti realizzati in prima persona, secondo la filosofia del do it yourself.
Chiudiamo l’introduzione ricordando che è da poco uscito il primo EP: si chiama Gone Blind, e lo potete ordinare a questo link.
[segue l'intervista in due parti]
[segue l'intervista in due parti]
Indiepatici: Ciao Mauro! E’ un piacere enorme avere con noi un artista italiano con attitudine “mondiale”, è il complimento che ci sentiamo di fare…
Death in Plains: E’ un piacere, grazie mille! Tra l’altro è l’occasione per parlare in italiano dopo mesi…
Ci racconti come sei “diventato” Porcelain Raft?
Prima di trasferirmi a New York ho vissuto a Londra per 11 anni, dove suonavo con i Sunny Day Sets Fire, abbiamo avuto anche una discreta esperienza live che ci ha portato a registrare un disco e a viaggiare (abbiamo suonato anche negli USA). Quando è finita quest’esperienza ho deciso di intraprendere la carriera solista, più che altro decidendo di aprire le porte e facendo ascoltare cose che già registravo a casa, per conto mio.
Come nascono i tuoi pezzi? Sappiamo che hai uno studio di registrazione a casa…
Con la band mi divertivo a produrre - anche troppo -, aggiungendo archi, facendo un lavoro sinfonico, mentre con questo progetto mi muovo in modo opposto, mi sono dato dei limiti decidendo di comporre e finire le canzoni in un giorno, non avendo l’occasione di tornarci in seguito ed esagerare con la post-produzione. Con Gone Blind ci sono anche riuscito, con altre magari no, ci sono voluti comunque non più di 2 giorni.
A proposito di velocità, questo tuo modo si traduce anche in un approccio moderno alla tecnologia: brani in download sul tuo sito, diffusione in rete, immediatezza…è una scelta o un bisogno?
Secondo me bisogna seguire quello che ci è più congeniale, e in questo senso è divertente non avere regole. A me piaceva fare canzoni una dopo l’altra e metterle in rete, non ho trovato un motivo per aspettare a renderle pubbliche e diffonderle, non ho le pressioni di una casa discografica. Allo stesso tempo condivido la filosofia di chi ci pensa di più, ha altri tempi…questo è soltanto il modo che è congeniale a me.
Parlando dell’estetica, tu realizzi in prima persona anche i video…è per inclinazione personale o cosa?
Sì, il progetto in realtà è nato come espressione visuale: per prima cosa ho cercato immagini su blog, collage fotografici che rimandavano agli anni ’80. Ho collezionato queste immagini e a un certo punto mi sono reso conto che con le canzoni stavo realizzando la loro colonna sonora, e mi è venuto spontaneo creare il collegamento. E’ una mappa visuale dei brani, se vogliamo.
Ho una curiosità riguardo la tua amicizia con gli Yuck, che tanto ci hanno colpito. E’ nata su internet o in altro modo?
No, è nata casualmente. Io sono andato a vedere un loro concerto, ma senza presentarmi. Poi loro sono venuti ad uno mio e ci siamo conosciuti. Daniel (Blumberg, chitarra e voce, ndr) viveva vicino a me, a Londra, abbiamo iniziato a vederci per dei caffè, abbiamo iniziato a parlare di musica. Poi ad un certo punto lui mi ha detto “sai, abbiamo fatto la cover di un tuo brano” (Despite Everything, ndr); e io avevo fatto lo stesso con uno loro, The Wall, e gli ho detto di questa coincidenza…ed è stata la scintilla per fare un tour insieme.
Un’ultima domanda: suonerai in Italia a breve?
Non sai quanto mi piacerebbe! L’ultima volta è stato a Milano pochi mesi fa, di supporto agli Yuck per l’appunto, ed era la prima dopo tanti anni davvero. Sarò in Francia e a Barcellona, speriamo di tornare in Italia in un futuro prossimo…
Ho una curiosità riguardo la tua amicizia con gli Yuck, che tanto ci hanno colpito. E’ nata su internet o in altro modo?
No, è nata casualmente. Io sono andato a vedere un loro concerto, ma senza presentarmi. Poi loro sono venuti ad uno mio e ci siamo conosciuti. Daniel (Blumberg, chitarra e voce, ndr) viveva vicino a me, a Londra, abbiamo iniziato a vederci per dei caffè, abbiamo iniziato a parlare di musica. Poi ad un certo punto lui mi ha detto “sai, abbiamo fatto la cover di un tuo brano” (Despite Everything, ndr); e io avevo fatto lo stesso con uno loro, The Wall, e gli ho detto di questa coincidenza…ed è stata la scintilla per fare un tour insieme.
Un’ultima domanda: suonerai in Italia a breve?
Non sai quanto mi piacerebbe! L’ultima volta è stato a Milano pochi mesi fa, di supporto agli Yuck per l’appunto, ed era la prima dopo tanti anni davvero. Sarò in Francia e a Barcellona, speriamo di tornare in Italia in un futuro prossimo…
_ SPIN OFF _ (interviste fuori onda)
Yuck a parte, quali sono gli artisti contemporanei che ascolti volentieri in questo periodo?
A dire il vero non ascolto molta musica, specialmente se sono concentrato a registrare.
Le ultime cose che ho ascoltato e mi sono piaciute molto sono Mount Eerie, Salem, Colin Stetson e una band black metal di Brooklyn chiamati LITURGY.Ti possiamo chiedere i motivi alla base della scelta di lasciare l'italia? o almeno, siamo nella sfera privata o dipende dal fatto che qui non vedevi prospettive come artista?
Sono andato via nel 2000, per motivi connessi a mille cose, non solo la musica. La verita' e' che sono letteralmente fuggito!
Credo che si possa essere artisti ovunque, la scelta viene quando si vuole evolvere in quello che si fa. Inevitabilmente cresce il desiderio di espandersi.
La cultura classica è il nostro punto di forza ma anche il più grande ostacolo: in Italia, come in tanti altri paesi in Europa, si tende a copiare qualcosa di già formato e accettato. C'è l'idea di accademia che ha ucciso la musica come gioco. C'è sempre l'ombra della professionalità che oscura la nostra parte più infantile e giocosa.
Nel fare errori, accettarli ed incorporarli in quello che si fa: da questo sono attratto.Abbiamo parlato di musica e di video...ma secondo te chi è (e cosa fa) un artista completo, oggi? c'è qualche esempio che ti viene in mente, un personaggio che per te è un punto di riferimento?
Gli artisti che ammiro hanno una forte visione di come le cose devono apparire e scomparire nelle loro compiszioni. Sono artisti che non sperimentano per il gusto della sperimentazione, sono immobili nel loro campo di azione e le cose accadono intorno a loro. Un artista completo non avrebbe più bisogno di esprimersi perché si è completato. Spero di non diventarlo mai.
(HOLIDAYS ARE OVERRATED SI SCARICA GRATIS A QUESTO LINK)
e per concludere, una serie di link utili:
1) il bandcamp di Porcelain Raft, su cui trovate una serie di demo, provini, e brani inediti scaricabili gratuitamente;
2) il suo sito ufficiale (un vero e proprio zibaldone di tutto quello che Mauro fa);
3) la sua pagina facebook.
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