sabato 27 novembre 2010

SPIN OFF n. 1 : IOSONOUNCANE

Per questa prima puntata di SPIN OFF è con noi Jacopo Incani, in arte IOSONOUNCANE.  
Se per una recensione del suo primo LP, La Macarena su Roma (pubblicato dalla Trovarobato), vi rinviamo al blog di Notizie sullo stato della musica, per presentarlo usiamo le parole che si leggono sul suo myspace: "Sardo, nato nel 1983, residente a Bologna. Usa voci vocine vocione vociacce campioni loop percussioni elettroniche chitarra acustica elettronica a basso costo. Immediatamente alla sua sinistra siedono Giorgio Gaber Lucio Dalla Fabrizio De Andrè. Immediatamente alla suadestra Syd Barrett i Pere Ubu i Black Dice. Tutti assunti nello stesso callcenter. I suoi concerti sono comizi. Violenti, satirici, polemici. E basta."

A voi l'intervista, per metà ripresa dalla settima puntata de Gli IndiePatici (per chi volesse, la potete ascoltare in versione integrale a partire dal minuto 101 del podcast), per metà frutto di successive conversazioni - da qui il nome di Spin Off, di questa rubrica).

IndiePatici: 35 mq, call center, non si marcia ma si balla la macarena su Roma, i testi sono strazianti, mi ricordi un po' l'incomunicabilità di Antonioni, il grottesco di Fellini, insomma il cinismo dei più grandi...riesci a fotografare la realtà in pochissimi minuti. Ma l'Italia è così impegnata a ballare che davvero non si accorge di nulla?
Jacopo: il problema dell'Italia è che si rende conto di tutto in realtà. Gli italiani sono un popolo di navigati contestatori e dissidenti, il punto è che oltre la contestazione e la dissidenza non si va (per ragioni che richiederebbero molto tempo e molte competenze specifiche). Io credo che gli italiani si rendano conto di tutto, e che siano molto più informati di quanto si creda, ma il problema sta da un'altra parte.

Parliamo dell'elettronica: il suo utilizzo rende un effetto di estraniazione che mi ha fatto pensare a Brecht. Mi chiedevo se anche tu cercassi di svegliare il tuo pubblico.
Io cerco di svegliare me stesso! Poi se chi ascolta si trova nella mia stessa condizione e si sente in un qualche modo svegliato sono contento, ma il bersaglio delle canzoni sono io, tant'è che le scrivo in prima persona anche quando dò parola a personaggi che fanno e mi fanno schifo, quali il narratore della title-track (La macarena di Roma, brano n. 11 dell'album, ndr), e inserisco considerazioni e riflessioni che mi capita di fare. Odio il gioco "buoni/cattivi", per me esiste solo una cultura egemone e un'altra cultura che subisce sudditanza.



Una domanda che proviene dai nostri colleghi de Notizie sullo stato della musica: sei un fan della scena Harsh-noise americana? e ci si riferisce ai vari Wolf Eyes, Black Dice, Lightning Bolt...
Estremamente, sì. In particolare dei Black Dice, che adoro. E' il suono a cui mi sembra di poter dire di far riferimento.

Non ti chiederò del live, rispetto al quale mi hanno detto che sei teatrale e hai una forte presenza scenica. Piuttosto, ci chiedevamo se non ci fosse poi il rischio di ripetersi, quando si fa tanto uso dell'elettronica, degli effetti, delle distorsioni...stai studiando soluzioni particolari tra un lavoro e l'altro?
Intanto per ora ho fatto un demo e un disco, e mi sto già ponendo il problema di come procedere per il prossimo lavoro. In realtà l'elettronica consente numerosissime soluzioni, e il lavoro da fare con più coscienza è quello di scrematura. Lo stesso disco La macarena su Roma è composto da 12 tracce molto diverse tra loro, nella struttura, nell'approccio al beat e al loop e nel ruolo delle voci rispetto al loop. Credo che dovrò investire tutta la mia lucidità nella scelta della strada da prendere, che possono essere venti o trenta, posso fare un disco di canzoni da 2 minuti come da 30, posso fare canzoni ossessive piene di armonia o un disco senza beat con l'armonia ridotta a zero, continuare a scrivere della società partendo dalla cronaca oppure fare come nell'ultima traccia del disco (Giugno, ndr), che poi è il pezzo più recente, in cui mischio maggiormente le carte. Ora sto lavorando sul pc, a differenza che per questo disco, dove ho lavorato esclusivamente sui campionatori, e quindi in realtà c'è l'imbarazzo della scelta più che il rischio di ripetitività. Se ciò succedesse, allora sarei un cretino e mi meriterei uova e pomodori.

il corpo del reato by IOSONOUNCANE

[SPIN OFF ovvero quello che non avete potuto sentire Lunedì, ma che noi volevamo comunque sapere!]

Quale destino spetta all’arte in una società che barcolla nel precariato, che si disperde nell’usa e getta, che valuta il talento in base al televoto?
L'arte cambia coi mutamenti sociali, semplicemente. E "arte" è tante tante cose.
...e quindi?
e quindi staremo a vedere. Non saprei. In ogni caso mi fermavo lì perché non mi interessa fare il discorso "società precaria uguale arte brutta o maltrattata". Arte sono anche pastori che in un cortile conservano memoria secolare di un canto vocale. Vedremo.

Il trentenne di oggi è mediamente acculturato, incastrato in un mutuo per tutta la vita e in case di 30 mq. E’ possibile non sentire puzza di carogna quando gli si cammina vicino?
Si? No? A me interessa la puzza mia. Faccio già grande fatica a parlare per me stesso.

In un'intervista hai detto che secondo te il musicista deve rischiare, spingere più avanti la soglia del gusto, e che se tu dovessi suonare i tuoi pezzi alla chitarra, ti sembrerebbe di giocare al ribasso. E' perché secondo te ogni epoca deve cercare una sua forma musicale, e quindi il cantautorato deve trovare una forma diversa rispetto a 30 anni fa, o perché proporlo oggi significherebbe rinunciare ad un'identità personale, aggrappandosi ad una preconfezionata?
Non so cosa sia il cantautorato e non mi interessa. Mi interessano i dischi belli. E i dischi belli nascono dal rischio più totale. Ecco, bisogna cercare di fare dischi belli ed essere spietati nell'autocritica. Il resto è a posteriori e quindi imperscrutabile.


Qui finisce la nostra chiacchierata in più puntate.
Se siamo riusciti a incuriosirvi, se c'è riuscito soltanto Jacopo, se eravate già fan o siete sul punto di diventarlo, se...insomma qui di seguito vi lasciamo tutto quello che vale la pena di ascoltare riguardo il progetto IOSONOUNCANE. Per quello che ci riguarda, siamo già convinti. E mercoledì 24 novembre, al Fanfulla, abbiamo avuto la conferma.

Lo streaming integrale del disco è qui.
La pagina Soundcloud di IOSONOUNCANE, da cui poter scaricare alcuni brani nella prima versione e ascoltarne altri tratti dal disco, è invece qui.

Con i nostri ringraziamenti non soltanto a Jacopo, ma anche alla sua etichetta, la Trovarobato.

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