giovedì 18 novembre 2010

IndieCazioni n. 2 - The Runaways, il film


Non si scade nel più bieco femminismo affermando che anche nel rock esistono delle discriminazioni. Per esempio in quanti conoscono le Runaways? Ispiratrici di quel movimento detto Riot Girrrrl, queste ragazzine a metà degli anni ’75 e il ’79 (poco prima dell’esplosione del punk e dell’ascesa di Patty Smith) infiammano le platee di mezzo mondo con il loro hard rock femminile e grezzo. Non solo le groupies possono salire sui palchi. Indossare una chitarra insieme alla giarrettiera, oltre a essere più sexy e avvincente, risulta di gran lunga più stimolante e gratificante. Così le adolescenti Runaways (Joan Jett, Cherie Currie, Lita Ford, Sany West e Robin - età media 16 anni), capitanate dal lungimirante Kim Fowley, costruiscono un successo a suon di chitarre distorte e vestitini succinti, scalando le classifiche inglesi e americane, raggiungendo un veloce e alquanto effimero successo, che vedrà la pubblicazione di tre album: The Runaways (1976), Queen of Noise (1977)e Waitin’ for the Night (1977). Cui si aggiunge Live in Japan del ’77, disco che vale la pena raccattare.

Tutta questa premessa serve per dirvi che è uscito un film documentario su queste scapestrate in lingerie, intitolato The Runaways, diretto da Flora Sigismondi, che racconta le vicende di questa giovane rock band, anticipatrice di tante tendenze. Il film è carino, ma niente di che. Consiglio di vederlo perché ci sono elementi interessanti, soprattutto dal punto di vista biografico. 

Concluderei con questa frase di Joan Jett : “La rabbia per le donne nella musica, per me, era una questione di principio. Era originata dalla convinzione che una ragazza non potesse suonare la chitarra mentre a scuola sedevi accanto a ragazze che suonavano il violino e il violoncello, Beethoven e Bach. La rabbia nasceva dalla consapevolezza di non avere una possibilità, dal sentirsi dire di tacere e comportarti come una gentildonna. Nel momento in cui inizi a imporre queste idee di m***a, scoppia una guerra”. Altro che Girl Power..


La Panc

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