giovedì 4 agosto 2011

SadSide Project!

I SadSide Project li abbiamo ospitati al Fusolab ad aprile 2010, in apertura a Il Muro del Canto, con un live set che ci aveva conquistato. A distanza di un anno, li abbiamo trovati cresciuti e con un rapporto in corso con una delle più importanti e longeve etichette indipendenti italiane, la Jestrai.


Abbiamo chiesto loro di partecipare alla nostra compilation, e grazie alla collaborazione degli amici di Dance Like Shaquille O'Neal ci hanno girato un singolo inedito, My favourite colour, presentato in esclusiva per il terzo numero di Dance Like Già Sai, progetto di DLSO che coniuga musica, letteratura e illustrazioni.

Abbiamo approfittato dell'occasione per girare qualche domanda a Gianluca Danaro (voce, chitarra, tastiere e arpa) - portavoce anche del collegamico Domenico Migliaccio (percussioni e tastiere).



(vi ricordiamo che HOLIDAYS ARE OVERRATED SI SCARICA GRATIS A QUESTO LINK)

1) Le biografie ufficiali dicono che i Sadside Project suonano insieme soltanto dal 2008: è vero? e come vi siete incontrati?
Sì, ci conosciamo ormai da quasi 4 anni, ma diciamo che abbiamo iniziato a prenderla in modo più serio da 2/3 anni a questa parte, nei primi periodi - dato che entrambi avevamo altri progetti musicali - abbiamo tenuto i SadSide Project un po' più in sordina. Ci siamo conosciuti per caso. Uno strano caso.

2) Il primo disco, The only two candles I own (autoprodotto), è stato registrato allo Snakes Studio di Roma, masterizzato da Carl Saff a Chicago e ha visto collaborare diversi musicisti della scena indipendente. E' stato un lavoro di gruppo che ha riguardato tutte le fasi del processo creativo o avete mantenuto il controllo sulla direzione artistica?
Non abbiamo mai considerato "The Only Two Candles I Own" un vero e proprio disco ma una sorta di lungo Ep, dove per la prima volta ci siamo ascoltati e giudicati, per poi decidere che direzione prendere o dove migliorare. Non riesco a parlare di direzione artistica, proprio perchè il lavoro è stato registrato in un garage umido sotto un parcheggio alla periferia di Roma con microfoni proletari (un po' Vasco Brondi questa definizione no? ci mancano solo le sporadiche sigarette accese con coerenza alla luce fluorescente dell'insegna della coop). 
In ogni caso componiamo sempre in modo autonomo, qualsiasi tipo di collaborazione arricchisce qualcosa che noi abbiamo già pensato arrangiato e suonato.

3) Con questo disco siete riusciti a destare l'attenzione di diversi critici e operatori, ed è arrivata la chiamata di Jestrai, una delle più importanti etichette indipendenti italiane. A marzo è uscito il secondo LP, Fairy Tales. E' cambiato qualcosa per voi nel passaggio dall'autoproduzione all'etichetta discografica? Siete soddisfatti del disco?
In realtà Jestrai ci teneva sott'occhio già da parecchio, poco dopo la vittoria dell'edizione 2009 del Rock Contest ci scrisse (attraverso il buon vecchio myspace) il direttore del booking dell'etichetta proponendoci di collaborare. 
Certo che è cambiato qualcosa! In primo luogo perchè la Jestrai ci ha sempre trattato benissimo, lasciandoci la completa supervisione dei nostri lavori e permettendoci di conseguenza di esprimerci come meglio volevamo. Poi ci ha dato la grandissima possibilità di conoscere e collaborare con musicisti che abbiamo sempre stimato/amato (Verdena, Joe Lally dei Fugazi, i Fiub). 
Parliamoci chiaro: io in camera ho il poster dei Verdena e vedere Roberta suonare con noi e nel nostro disco,o aprire le date del tour di WOW è stato davvero edificante. Siamo soddisfatti di Fairy Tales, anche se siamo sempre in continua evoluzione e sono sicuro che abbiamo ancora molto da imparare.

4) La formazione a due sembra la struttura preferita dalle migliori blues-rock band italiane (due su tutti, oltre a voi: Bud Spencer Blues Explosion e Pan del Diavolo). Credete dipenda dal tipo di suono che si vuole proporre? ci potreste spiegare quali sono i vantaggi e - se ci sono - quali i limiti o i rischi di presentarsi in due sul palco?
Stimo Il Pan del Diavolo perchè trovo siano una delle nuove realtà italiane più interessanti proprio per la loro genuinità da urlatori anni '60 (e anche perchè la mia ragazza li sa imitare benissimo). La formazione duo è vitale per noi, la nostra musica si sviluppa su una stretta connessione tra me e Domenico (batteria) e non potremmo fare altrimenti. Vogliamo proporre un suono che sia una sorta di sintesi di quello che ascoltiamo - e entrambi mangiamo tantissima musica (da Otis Redding agli Animal Collective, dai NOFX a Johnny Cash). 
Non credo ci siano vantaggi o rischi a salire sul palco in due, penso che le formazioni musicali possono essere variegate, puoi suonare in una big band swing jazz da 12 elementi o essere un cantautore folk con la sua chitarra la sua voce e basta; l'importante è come si sale sul palco e quanto cuore ci si mette.

5) Per concludere, qual è la dimensione dei Sadside Project? vi siete dati un obiettivo?
La nostra dimensione è suonare musica comunque e dovunque, con tutta la nostra passione. Adesso stiamo scrivendo il nostro nuovo disco,entreremo in studio per registrarlo a metà settembre e non vediamo l'ora, sarà un disco pieno di novità, saremo sempre in due ma inseriremo un sacco di nuovi strumenti e nuove influenze. Ci saranno di nuovo molte collaborazioni, e suonerà anche mio padre.

video a cura degli amici de Il Polimorfo

Questi i principali contatti della band:
1) la pagina Facebook;
2) il sito ufficiale;
3) la pagina Myspace;
4) una recensione dell'ultimo album a cura di Stordisco.

Continuate (o iniziate) a seguirli!!!

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