Premessa necessaria (e che potete saltare): succede spesso che un gruppo, un progetto musicale metta d'accordo "la critica". Ed è vero pure che stiamo parlando di persone o piccoli collettivi che già collaborano, tra loro, o lo faranno presto. E però c'è questa cosa, questa ansia, questa voglia di condividere spiegare far conoscere. Di far decollare qualcosa. E allora prima era Italian Embassy (primo singolo, sabato), poi Dance Like Shaquille O'Neal (disco in esclusiva, domenica), poi la nostra intervista di lunedì, poi FrigoPop (recensione e link al download, pochissime ore fa). E ora di nuovo noi, come a chiudere il cerchio.
Questo è L'orso. Lo so, dobbiamo ancora linkare il download, e molti avranno saltato la premessa. Allora ribadiamo: qui si parla dell'entusiasmo di avere qualcosa da condividere, la voglia di andare a dormire mezz'ora più tardi per scrivere un post su un gruppo all'esordio.
Ci veniva da fare un paragone con Vasco Brondi, da scrivere che questi pocopiùcheventenni piemonbardi potrebbero essere la risposta serenamente postadolescenziale all'ansia di fare qualcosa di eccezionale o strano; quella postadolescenza che sembra guardare indietro con un sorriso accondiscendente ai cretini che si era e che non si vuole più essere (o che non si è più e basta).
Praticamente come paragonare James Dean e Dustin Hoffman: ha senso?
Mattia Tommaso e Christian non diventeranno eroi di una generazione, semplicemente perché ci sembra difficile pensare che una sola generazione si riconosca nelle loro canzoni: nel senso, perché dovrebbe farlo una generazione e non un'altra?
Praticamente come paragonare James Dean e Dustin Hoffman: ha senso?
Mattia Tommaso e Christian non diventeranno eroi di una generazione, semplicemente perché ci sembra difficile pensare che una sola generazione si riconosca nelle loro canzoni: nel senso, perché dovrebbe farlo una generazione e non un'altra?
Ho solo due scarpe sinistre, mi alzo sempre col piede sbagliato come quando pensavo fosse amore e invece era pura odontoiatria:
questa è L'adolescenza, questa è TUTTE le adolescenze (reginette di bellezza e rappresentantidistitutomoltofighi esclusi - ma anche no).
Ma poi, paragoni o non paragoni, queste canzoni viene da canticchiarle, c'è poco da fare. E sembra che si stia tipo riponendo nel baule, in soffitta quell'album di foto di quando eravamo giovani e (idealisti? ingenui? troppobbuoni?) - fate voi, ché tanto siamo tutti campioni nel riconoscere ai noistessi adolescenti dei (finti) difetti.
Che sia passato un anno, dieci o venti. Tanto quelle foto ce le avremo in mano, a intervalli più o meno regolari. Perché la voglia di andarle a prendere ogni tanto, giusto per riderci su, ci verrà sempre. Stesso effetto che sembra si possa immaginare per queste canzoni.
[Ah, staremo mica esorcizzando qualcosa?]
1 commento:
io intanto scendo giù a comprare le birre dai pakistani
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